Provocazione USA alle porte della Russia

MOSCA – Dopo che giovedì 16 ottobre carri armati americani sono stati schierati ​​in Lettonia, apparentemente per una dimostrazione di forza contro la Russia, il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, ha espresso “grave preoccupazione e sorpresa” al segretario della Difesa statunitense Chuck Hagel: “La tesi di Chuck Hagel sulla necessità dell’esercito americano di trattare con forze armate russe moderne e capaci alle porte della NATO è di grave preoccupazione e testimonia che il Pentagono sta lavorando su scenari militari per operazioni alle frontiere del nostro Paese.” (Hagel aveva affermato questa tesi in un discorso alla riunione annuale dell’esercito americano, dove ha anche definito la “Russia il nemico principale – ndr).

I carri armati americani sono stati posizionati e distribuiti lungo i Paesi baltici e la Polonia, altri mezzi militari raggiungeranno quelle posizioni nelle prossime due settimane, ufficialmente per esercitazioni lungo i confini della Russia, in particolare Estonia, Lituania e Lettonia. I soldati americani dispiegati in Lettonia stanno svolgendo un’esercitazione presso la base militare di Adazi. Al riguardo, il vice comandante generale dell’esercito americano in Europa, Generale Walter Piatt, ha ufficializzato le manovre come “passaggio necessario per soddisfare le richieste militari di Iraq e Afghanistan. (…) E che gli Stati Uniti dispiegheranno circa 31.000 truppe in Europa, inclusa una brigata di combattimento pesante.”. Il generale ha inoltre specificato che terminata l’esercitazione, tutte le attrezzature resteranno in Europa.”. I Lettoni, così come i vicini baltici e la Polonia, hanno accolto favorevolmente il dispiegamento di truppe e carri armati come “deterrente per la minaccia della Russia”.

Il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu, esaminando ciò che è ritenuto dagli analisti come “uno dei più grandi collocamenti di forze militari statunitensi alle porte della ex Unione Sovietica”, ha anche dichiarato: “I conflitti nei quali gli Stati Uniti sono coinvolti, tra i quali l’Iraq, la Libia, l’Afghanistan e la Siria, Paesi dove gli Stati Uniti cercano di promuovere la loro ‘democrazia’, hanno la tendenza a cadere nel caos sanguinoso dopo che gli Stati Uniti compiono le loro missioni. (…) In termini di nuove minacce alle frontiere NATO, gli Stati Uniti sono ostinatamente più vicini alle nostre porte che noi alle loro. (…) Gli americani dovrebbero impostare un dialogo imparziale invece di provocare escalation di tensione.”.

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