ONU. Preoccupazioni per abuso forza dell’esercito israeliano

GINEVRA – La delegazione dell’ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, contro le torture, ha espresso dubbi e preoccupazioni riguardo le accuse di “uso eccessivo della forza”, includendo in tale definizione anche la forza letale, utilizzata dalle forze di sicurezza israeliane stanziate in Palestina. Le preoccupazioni, ufficializzate durante una riunione tenutasi a Ginevra, sono riportate nel testo pubblicato sul sito della delegazione dei diritti umani.

Le preoccupazioni sono rivolte con particolare riguardo ai minori. Nel quadro della sua periodica attività di resoconto, il comitato contro le torture, che lavora sotto la guida del capo dell’ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite, ha rilasciato le sue osservazioni finali circa l’operato di Israele e di altri 5 paesi. Il gruppo, che generalmente conduce rapporti ogni 4 o 5 anni, non ha dalla sua parte poteri di indagine o di inchiesta, per cui basa buona parte delle sue informazioni sui media, gruppi di difesa, dalle Nazioni Unite e da altre fonti utili al fine di redigere le proprie conclusioni.

All’interno della sua relazione sono emerse circa 12 pagine che hanno come oggetto l’operato di Israele, e che hanno sottolineato “le accuse di uso eccessivo della forza, compresa la forza letale, da parte delle forze di sicurezza”. Inoltre è stata presa di mira anche la controversa politica di detenzione che vige in Israele e che consente di arrestare i sospettati e di trattenerli senza accusa per mesi. E visto che è previsto dall’amministrazione detentiva, la commissione è preoccupata anche della possibile applicazione dell’isolamento dei minori.

In sua difesa Israele ha sostenuto la necessità di queste misure detentive per prevenire attacchi da parte dei Palestinesi. Eppure i gruppi in difesa dei diritti umani hanno sostenuto che le forze israeliane si sono in più occasioni mostrate propense a premere il grilletto piuttosto che cercare di sottomettere i sospetti. Ancora una volta Israele ha addotto una giustificazione alle sue azioni, ritenendo che la violenza è alimentata da una campagna di incitamento portata avanti dai leader religiosi e politici della Palestina, ma le autorità palestinesi dicono che la violenza è invece frutto della disperazione che nasce in seguito all’occupazione israeliana.

Daniele Amelino

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