Nucleare militare. A Londra la protesta dei cittadini che chiedono case non armi

LONDRA – Intorno alle 15:00 ora locale del 27 febbraio, sono scesi in piazza nella Capitale inglese migliaia di persone per manifestare contro il rinnovo del costoso programma nucleare Trident, in seguito all’annuncio dello stanziamento di 31 miliardi di dollari da parte del Governo guidato da David Cameron, oltre eventuali 10 miliardi di sterline per spese aggiuntive, legate all’aumento dei costi del materiale. Il progetto di rinnovo e ampliamento avrebbe una durata ventennale.

I dimostranti si sono incontrati a Marble Arch la mattina del 27, prima di iniziare la loro marcia attraversando Park Lane, Hyde Park Corner, Piccadilly, Piccadilly Circus, Regent Street, St James Park e Pall Mall. A chiudere il corteo Nicola Sturgeon, il leader del Partito Nazionale Scozzese (SNP). La protesta, dopo l’intervento della Sturgeon, che ha definito il progetto “immorale”, si è trasformata in una contestazione all’operato dell’attuale governo. Migliaia infatti i manifestati che hanno provocatoriamente esposto la fotografia di Cameron chiedendone le dimissioni, a favore del suo avversario laburista Jeremy Corbyn. Ancora più dura la critica dei movimenti anti nucleare dopo le scottanti dichiarazioni rilasciate dall’ex ingegnere della Marina Militare inglese, William McNeilly, riportate anche dal sito WikiLeaks, nelle quali testimoniava l’inefficienza del progetto e le falle tecniche riscontrate durante il suo periodo di servizio all’interno dell’esercito. McNeill al riguardo ha infatti dichiarato: “E’ solo una questione di tempo, fino a quando questi sistemi non saranno infiltrati da uno psicopatico o da un terrorista”, aggiungendo che la facilità con cui si potrebbe eludere il sistema di sicurezza dei sottomarini, punta di diamante del progetto Trident, potrebbe rappresentare un pericolo per la sicurezza mondiale. L’ingegnere ha denunciato anche l’assenza di sufficienti controlli effettuati per l’introduzione di armamenti all’interno dei sottomarini e diversi problemi logistici quali perdite d’acqua, vani allagati e bagni intasati.

Tutto ciò si aggiunge a una già forte ondata di dissenso popolare contro il governo Cameron e la sua battaglia nucleare, che ha spinto gli elettori in piazza per chiede che i soldi destinati al progetto siano investiti in case popolari e ricerca.

By Federica Mandara

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