“Non trattate con i terroristi”, ma gli USA pagano i riscatti

WASHINGTON – Pur mantenendo ufficialmente una posizione contro il pagamento di riscatti e l’apertura di trattative con i gruppi terroristici, la Casa Bianca ha ordinato una revisione della strategia in seguito alle esecuzioni dei cittadini statunitensi da parte di militanti dello Stato Islamico.

Al riguardo il Washington Times, sollecitato da una lettera scritta da un membro repubblicano della commissione Forze Armate, ha rivelato che a maggio, prima dello scambio di prigionieri (5 talebani usciti da Guantanamo per la restituzione di 1 soldato americano detenuto dai talebani – ndr) che ha portato alla liberazione del sergente Bowe Bergdahl dell’esercito americano, da 5 anni in mano nemica, il Pentagono è stato truffato durante il pagamento di un riscatto: il pagamento era segreto, organizzato dal Comando USA delle Operazioni Speciali, ma la somma è stata rubata da un intermediario afghano che sosteneva di lavorare per una rete terroristica posizionata al confine tra Afghanistan e Pakistan.

Gli Stati Uniti d’America, impegnati con gli alleati a bombardare lo Stato Islamico in Siria e in Iraq, ha sempre invitato gli altri governi a non offrire riscatti in cambio dei prigionieri. Ciononostante l’ISIS, secondo una stima recente del dipartimento del Tesoro americano, avrebbe già incassato nell’anno 2014 oltre 20 milioni di dollari.

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