Musica. La tammurriata: tradizione e passione

NAPOLI – Lunedì 9 ottobre, per il terzo anno consecutivo, è stato riproposto il “Laboratorio settimanale di Tammurriata”, evento organizzato presso la sede dell’Associazione Fantasmatica Aps da Oscar Perrone, responsabile in prima linea dell’attuazione pratica e della spiegazione teorica di un fenomeno musicale popolare della cultura campana. Totalmente gratuito al primo incontro, il focus è posto principalmente sulle tre fasi che compongono l’arte della tammurriata stessa: il suono, il canto, e la danza, al fine di permettere a tutti i partecipanti di toccare con mano l’impianto culturale del laboratorio e di introdurre gradualmente tutte le tecniche percussive popolari più utilizzate. Come approfondimento teorico inoltre, sono stati forniti i testi di alcuni canti tradizionali utilizzati per l’accompagnamento canoro delle tammurriate, seguiti a ruota dall’introduzione di tutte le danze che ricostruiscono la cultura napoletana.

Al riguardo abbiamo intervistato Oscar Perrone.

Perché avete organizzato questo evento?

«Credo sia opportuno chiarire che non si tratta di un evento stricto sensu (Locuzione latina che significa “in senso stretto”, ndr), bensì di un appuntamento settimanale che durerà fino alla prossima primavera. Nasce dall’idea di offrire alle persone interessate e incuriosite una visione di insieme dei vari elementi che compongono la tammurriata: il suono del tamburo, il canto, la danza. Personalmente suono da oltre 15 anni e ho avuto la fortuna di imparare da un maestro, Antonio Matrone detto ‘o Lione di Scafati, che mi ha aperto la mente sulla tradizione delle tammurriate. La forza dell’unità, dell’armonia degli elementi che rendono la tammurriata tale, oggi è frammentata in una visione segmentata della tradizione. Nel mio piccolo spero di restituire l’esperienza e le conoscenze che generosamente mi sono state donate. Ovviamente molti sono in città e in provincia i corsi, i laboratori, i workshop di musica popolare, ognuno dei quali ha i suoi pregi e i suoi difetti: ciò che a noi preme è mettere in risalto il ‘tradizionale’ che si distacca un po’ dal troppo abusato termine ‘popolare’. La tradizione è quella che regge da secoli questa forma di espressione fatta di musica, parole e movimento, energia, condivisione, ricerca del sacro nel profano, ma anche del profano nel sacro. I nostri incontri sono strutturati per fornire in tempi ragionevolmente brevi le competenze tecniche di base per suonare, cantare e danzare una tammurriata, introducendo al contempo i partecipanti alla magia della festa, rappresentazione rituale del caos dal quale scaturisce la creazione».

Ambizioni del programma?

«C’è anzitutto da sottolineare che esso è parte integrante di un disegno più ampio che nasce in seno alla nostra associazione. Infatti Fantasmatica è presente e attiva dai sei anni nel centro antico di Napoli. Annovera in questi anni una serie molto lunga di attività e iniziative, tra le quali segnalo la partecipazione agli “itinerari crociani” promossa dal Forum delle Culture nel 2014, nell’ambito della quale l’associazione ha condotto un itinerario performativo dedicato a Lucrezia D’Alagno, personaggio di spicco nella società napoletana del medioevo, che intrattenne una relazione amorosa lunghissima con Alfonso il Magnanimo. Nel solco di questa iniziativa e fedeli all’intenzione di portare avanti un discorso unitario, mirato alla valorizzazione e alla riscoperta della storia e delle tradizioni della nostra città e del nostro popolo, Fantasmatica ha nel corso degli anni continuato a proporre iniziative quali itinerari, laboratori di filosofia, di scrittura, di poesia, di musica; performance musicali e teatrali; presentazioni di libri, cineforum, atte a soddisfare questa sua mission».

Come è stata accolta questa iniziativa dalle Istituzioni?

«Fantasmatica è un’associazione di promozione sociale con un’innata tendenza verso la cultura, concepita come unica possibilità di riscatto nei confronti dell’avvilente deriva della nostra società. Il nostro rapporto con le istituzioni è secondario rispetto al rapporto che costantemente cerchiamo di stabilire con le persone, dalle quali ci aspettiamo accoglienza ed entusiasmo relativamente alle nostre iniziative, cosa peraltro finora sempre avvenuta. Naturalmente l’interfaccia istituzionale è considerata da noi importante, tanto che all’attivo possiamo vantare alcune collaborazioni con il Comune e la municipalità di pertinenza (L’associazione fa anche parte della consulta delle associazioni della II municipalità, ndr)».

Con quali risorse economiche gestite le attività?

«Oltre a una quota associativa annuale è previsto un contributo mensile per la partecipazione, inteso come rimborso spese di materiali quali copie dei testi delle canzoni, sintetiche dispense. Si tratta comunque di prezzi popolari, molto al di sotto delle quote richieste per la partecipazione a corsi simili sul mercato cittadino. La scelta peraltro di calmierare i costi risponde alla filosofia della nostra associazione e riguarda tutte le iniziative e le attività laboratoriali che svolgiamo».

Le vostre future iniziative?

«Abbiamo in cantiere diverse iniziative che andremo a realizzare già entro la fine dell’anno e che abbracceranno la mission che come associazione ci siamo prefissi: coniugare il folklore e la tradizione locale con la cultura e le tradizioni di altri paesi, poiché siamo convinti che una prospettiva interculturale favorisca i processi di crescita e di integrazione dei singoli individui e di questi nella società».

By Michele Calamaio

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