Maltrattamenti animali. Giustizia per Spike

NAPOLI – Giovedì 21 aprile, al palazzo di Giustizia del Centro Direzionale di Napoli, alle ore 08:30 circa ha avuto inizio il processo sul caso Spike, un cagnolino arso vivo il 6 luglio 2014, al Rione Toiano di Pozzuoli, nel napoletano. L’associazione M.E.T.A. (Movimento Etico Tutela Animali) Sezione Campania era presente all’esterno del tribunale per chiedere giustizia.

Spike era un cane padronale residente al Rione Toiano. A luglio 2014 venne massacrato di botte, poi cosparso di liquido infiammabile e arso vivo, prima di essere investito dall’auto dello stesso assassino. Il cane tuttavia, con grande forza, riuscì a scappare in un’area verde, dove venne trovato da una volontaria del META. Nonostante il pronto intervento in un ospedale veterinario, Spike, agonizzante, non superò la notte.

Spike, allontanatosi dalla famiglia, forse attratto dall’odore di una cagnolina, si spinse all’inseguimento della stessa. Questo bastò al padrone della cagnolina, a cui è stato successivamente revocato l’affidamento, per attaccare e uccidere Spike. Gennaro Imperatore, è il nome dell’imputato, dovrà tornare in tribunale per difendersi il prossimo 19 maggio, ma intanto avrebbe già preso in affidamento un nuovo cane.

Raffaella Caso, rappresentante dell’associazione M.E.T.A. Sezione Campania, chiede giustizia per Spike e per tutti i futuri maltrattamenti di animali. Raffaella racconta anche di come la vicenda abbia avuto un forte seguito non solo a Napoli, ma in tutta l’Italia: «Il Partito Animalista Europeo ha organizzato una manifestazione nazionale, con tutte persone che amano gli animali. Abbiamo ricevuto supporto da tutta Italia: Verona, Bologna, dalle isole, per quella che probabilmente è stata la più grande manifestazione animalista degli ultimi anni. Il Comune di Pozzuoli si promise parte civile nella manifestazione di due anni fa, ovvero poco dopo il tragico evento, e ha mantenuto la parola. All’epoca venne addirittura chiesta la realizzazione di una statua in onore del cagnolino, inaugurata il novembre dello stesso anno».

Durante la manifestazione fuori il Tribunale, Raffaella Caso ha avuto uno scambio di opinioni con alcuni passanti, che l’hanno accusata di occuparsi di frivolezze come l’animalismo, e di non dedicare invece tempo al sostegno di iniziative più importanti come quelle che riguardano i bambini o altre situazioni in disagio. La provocazione ha ovviamente acceso una piccola discussione, che tuttavia non ha distratto il M.E.T.A. dalle finalità dell’iniziativa: Spike è un simbolo dei maltrattamenti animali.

La questione si allarga inevitabilmente a tutto il mondo animalista, sia domestici che da allevamento. Per questo motivo, il prossimo appuntamento è per il 19 maggio, un appello di partecipazione a tutti coloro che chiedono giustizia per il povero Spike.

Stefano Colasurdo

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