Libri. “A proposito di errore”, un saggio ‘quasi saggio’ di Silvia Nocera

NAPOLI – Giovedì 25 ottobre alle ore 19:00, presso il bar “Il tempo del vino e delle rose” a Piazza Dante, sarà presentato il libro “A proposito di errore” di Silvia Nocera, edizione Multimage.

“Contemporaneamente la coscienza umana sta crescendo e molti di coloro che sono riusciti a portare la pace nel proprio cuore, hanno scoperto la via che conduce all’evoluzione dell’umano. In modo amabile, verso se stessi e verso gli altri, avanzano fra successi ed errori. Riconoscono e integrano ogni differente sfumatura dei propri sentimenti e mantengono saldo il desiderio di riconciliazione al centro del proprio essere. E, nonostante il paesaggio epocale sia grottesco e decadente, la felicità e la libertà possono ancora crescere senza limiti.”, questo scorcio nella prefazione anticipa e prepara il lettore a un testo che si configura come un saggio, dove il tono ironico ammorbidisce e accompagna a una riflessione profonda e complessa. Qui l’errore viene visto come una condizione necessaria alla crescita, e il suo impedimento come un blocco dell’evoluzione umana. Al riguardo abbiamo rivolto all’autrice le nostre domande.

Che cos’è per lei l’errore?

«Durante la prima parte della mia vita ho vissuto in balia della paura di sbagliare. Per me l’errore era una disgrazia e non mi sarei mai immaginata di studiarlo a fondo un giorno. Mi perdevo la parte bella del film. L’errore è una risorsa per comprenderci e comprendere, fa parte della vita, dell’apprendimento, delle nostre azioni quotidiane. Non si può evitare di fare un errore ogni tanto, l’errore in sé è un’azione come un’altra, è un errore perché non produce l’effetto che volevamo o perché non è proprio l’azione che volevamo fare. Si definisce per il contesto. Il mio studio su questo tema è partito dall’osservazione di come la paura di sbagliare permeasse molte delle nostre azioni. La vedevo dappertutto, e sebbene io mi trovassi già in una situazione diversa, cioè nell’accettazione dei miei errori e alla ricerca di significati e comprensioni, sentivo la necessità di riflettere più profondamente su questo tema. Il libro è il frutto delle mie riflessioni, che si sono svolte nell’arco di circa due anni. Ogni giorno mi proponevo di comprendere qualcosa in più, ogni giorni scrivevo qualche parola nel mio diario per descrivere aneddoti o riflessioni a questo proposito. Ma ho anche ripreso in mano lo studio della Psicologia del Nuovo Umanesimo, per cercare di vedere le relazioni fra le mie riflessioni, le mie esperienze e il funzionamento dello psichismo umano, descritto ampiamente nel libro “Appunti di Psicologia” di Silo. E così alla fine ne è venuto fuori un saggio non molto rigoroso nel metodo, e forse neanche molto saggio, ma è certo un tentativo di rompere il tabù che relega l’errore nella categoria dei ‘cattivi’ senza speranza. Una parte del libro è dedicata alle mie riflessione ed esperienze in materia di errore, di cui sono diventata una vera esperta; l’altra parte del libro invece è dedicata a esemplificare e rendere semplice la comprensione di alcuni fenomeni, di cui tutti o quasi abbiamo esperienza, che si riferiscono agli errori di funzionamento dei nostri sensi, della memoria e della coscienza, intesa come coordinatore delle funzioni dello psichismo.»

In che senso si definisce impegnata nel superamento della sofferenza sociale?

«Dall’età di 19 anni ho partecipato nel Movimento Umanista e mi sono impegnata in azioni sociali di vario genere. In particolare ho promosso attività per la difesa dell’ambiente e dei diritti, attività culturali per lo sviluppo personale ed educazione alla non violenza, e infine attività di promozione dello scambio e della convergenza fra le diverse culture. In questo senso credo di aver dato una influenza positiva, a livello sociale, per il superamento di una sofferenza, quella che si innesca quando non ci si comprende fra umani, quando non ci si viene incontro in modo aperto, quando si resta bloccati nei vari pregiudizi che ci allontanano dalla diversità dell’altro. Il Siloismo però non scinde del tutto l’attività sociale da quella di crescita personale, che devono coesistere e avanzare in contemporanea e vede alla base di tutta la sofferenza e il dolore umani il tema della violenza che, con un lavoro mirato su se stessi e verso il mondo, si può superare. Così, attualmente, mi occupo di sviluppare alcune attività con un insieme di persone che si chiama Il Messaggio di Silo, che promuove la conoscenza dei saperi che questo maestro, ancora sconosciuto a molti data la sua recente esistenza, ha regalato a chiunque voglia crescere, superare le proprie contraddizioni e agire di conseguenza in modo costruttivo ed evolutivo nella società»

Serena Costantino
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