Legambiente. Anna Maria Cicellyn Comneno: “Quella delle periferie di Napoli è una mobilità negata!”

NAPOLI – Dal 14 al 18 ottobre a Napoli, organizzato da Legambiente Campania, si terrà il Festambiente Cultura Napoli, una cinque giorni di eventi, convegni e incontri tra cittadini, associazioni e Istituzioni, che si terranno in vari siti della città. Al centro della manifestazione tematiche quali la mobilità cittadina, i beni culturali e il turismo sostenibile.
Si inizia il 14 ottobre pomeriggio alla Metro di Scampia coi ragazzi del Gridas e poi al TAN di Piscinola dove si parlerà della mobilità delle periferie di Napoli e dei suoi modelli sostenibili: l’evento di apertura della manifestazione assume importante significato, in quanto alle ore 16:00 si terrà un percorso ciclistico al Parco di Scampia, con raduno alla Metro di Piscinola e poi il convegno al TAN.

Il 15 ed il 16 ottobre vi saranno incontri pomeridiani sui Beni culturali e il Turismo sostenibile alla Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli; vi saranno inoltre visite guidate mattutine alla Chiesa di San Lorenzo Maggiore, alla Chiesa San Domenico Maggiore e al Chiostro di S. Maria delle Grazie.

Il 17 ci sarà un convegno sul Centro Antico di Napoli come sito Unesco nella Sala del Refettorio del Complesso di San Domenico Maggiore.

Il 18, a chiusura, alle ore 11:00 ci sarà un itinerario per Napoli sui luoghi ‘ritrovati’ del Centro Storico, dall’antico Reclusorio di Santa Fede a Sant’Aniello a Caponapoli.

Il parterre dei partecipanti della cinque giorni è ricchissimo: rappresentanti di Legambiente, associazioni culturali, cooperative sociali, artisti, la Federconsumatori, i Presidenti delle Municipalità interessate, gli assessorati alla Cultura e al Turismo, infine il Sindaco Luigi De Magistris che interverrà al convegno del 17 ottobre.

Si parte da Scampia dunque e al riguardo abbiamo raccolto la testimonianza di uno degli organizzatori, Anna Maria Cicellyn Comneno, presidente del Circolo Legambiente Centro Antico.

Presidente Comneno perché cominciare da Scampia?

«Perché QUELLA DELLE PERIFERIE DI NAPOLI, E PARLO SOPRATTUTTO DELLA PERIFERIA NORD, E’ UNA MOBILITA’ NEGATA!»

In che senso?

«Per tanti motivi. Innanzitutto la distribuzione delle fermate della metropolitana sul territorio cittadino non è omogenea: ci sono certi quartieri, come il Vomero, dove c’è una fermata ogni poche centinaia di metri. Dai Colli Aminei a Piazza Quattro giornate io ne conto ben sette. E in più c’è un servizio bus efficiente. Mentre invece la vastissima zona nord, altrettanto grande, se non di più del Vomero, è servita solo da due fermate: Piscinola e Chiaiano.»

Quindi poche?

«E non basta. Nella zona nord, spostarsi all’interno per raggiungere le stazioni della metro, e poi il centro, è un’impresa. Gli autobus passano a lunghi intervalli. Se per esempio da Miano (Circoscrizione compresa tra Capodimonte e Scampia – ndr) mi voglio spostare a prendere la metro a Piscinola, posso aspettare anche un’ora alla fermata! Oppure mi devo fare venti minuti a piedi, almeno! I PROBLEMI DI MOBILITA’ E LE DIFFICOLTA’ DI SPOSTAMENTO NELLE PERIFERIE HANNO GRAVI RIPERCUSSIONI SUI RITMI DI VITA E DI LAVORO E SULLA QUALITA’ DELLA VITA DELLE PERSONE!»

Le soluzioni?

«Le stazioni metro oramai sono quelle che sono e i progetti per le future fermate nella nostra zona non si possono certo variare. Ma quel che sicuramente si può fare, per esempio, è rafforzare il servizio bus. A Scampia andrebbe creata una vera e propria linea circolare che passi più spesso di quanto passino attualmente gli autobus e che percorra regolarmente tutta Scampia. Ne deriverebbe anche una riduzione dell’inquinamento grazie alla diminuzione del traffico!»

Quali saranno le vostre iniziative al riguardo?

«Queste e altre proposte, noi di Legambiente le inseriremo in un progetto di mobilità alternativa che presenteremo al Comune di Napoli nell’ambito di questa cinque giorni. Il nostro scopo sarà di ridurre queste differenze che non hanno ragione di esistere tra centro e periferia. Centro e periferia, in fondo, sono solo dei concetti relativi!».

By Riccardo Bruno

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