La Giordania giustizia senza processo Sajida Rishawi e Ziad Karbouli

AMMAN – La notizia, giunta in prima mattinata alle agenzie di stampa internazionali, dal portavoce del governo giordano che aveva partecipato alle trattative per la liberazione del pilota caduto prigioniero in mano dell’ISIS, annuncia che Sajida Rishawi è stata giustiziata.

La donna fu catturata il 9 novembre scorso a seguito di un attentato fallito, progettato da lei e suo marito morto durante l’esplosione, che coinvolse uno dei tre alberghi oggetto del piano terroristico rivendicato poi dall’ISIS. L’attentato coinvolse contemporaneamente 3 alberghi frequentati prevalentemente da israeliani e occidentali. Successivamente alla cattura ci fu la confessione della terrorista che illustrò le dinamiche dell’attentato e di come il marito, dopo aver scoperto che l’arsenale esplosivo della moglie era guasto, la spinse fuori dalla sala dell’Hotel Radisson di Amman prima di farsi esplodere. La confessione fu prima registrata dalle televisioni giordane e in seguito ritrattata dalla donna che dichiarò di essere stata costretta con la violenza. Fu condannata alla pena di morte nel 2007, ma il processo non ha mai avuto termine. Il 24 gennaio L’ISIS propose un accordo al re Abd Allah II di Giordania, al fine che la prigioniera venisse liberata in cambio del pilota giordano Muadh al-Kasasbeh, poi arso vivo, in tenuta arancione stile prigionieri di Guantanamo, e ripreso in video durante la condanna.

Il re di Giordania, che ieri ha interrotto la visita alla Casa Bianca del suo alleato Barack Obama, facendo rientro nel suo Paese in tempo per ordinare l’esecuzione dei prigionieri, mostrando così di non essere diverso da chi uccide barbaramente in video, ha detto: “E’ dovere di tutti noi, figli e figlie della Nazione, unirci e mostrare la vera forza del popolo giordano per affrontare questa crisi”. Poi, alle prime luci dell’alba, Sajida e Ziad sono stati giustiziati.

By Federica Mandara

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