La comunità “Crescere insieme “di Rosario Fiorenza (Parte 2 di 2)

NAPOLI – Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Rosario Fiorenza, presidente dell’associazione onlus “Crescere insieme”, che nell’ex-convento di San Vincenzo alla Sanità, tra le tante iniziative a disposizione dei suoi ospiti, si occupa anche del recupero di persone tossicodipendenti.

Di cosa si occupa “Crescere insieme”?

«Facciamo accoglienza, questa è una comunità sia diurna che residenziale. Anche considerando quelle che sono le nuove droghe che ci sono in giro, la comunità ha subito diversi cambiamenti per adeguarsi a queste nuove realtà. Ci occupiamo non solo di recupero dalla tossicodipendenza, ma anche di altre dipendenze: il gioco, l’alcool. Siamo diversi dalla tipica comunità: qui viene fatto un programma di recupero a seconda della persona che viene qui.»

Quante persone ci sono?

«Una decina, anche extracomunitari.»

Come impegna le persone della comunità?

«Per autofinanziarci abbiamo allestito laboratori artigianali, sia di pastori del ‘700 che di presepi, anche mattonelle decorate, falegnameria, facciamo un po’ di tutto. Queste attività sorsero all’inizio, più di venti anni fa.»

E’ tutta opera dei ragazzi, come le statue di pulcinella?

«Sì, io, con le mie conoscenze, cerco solo d’insegnare loro come realizzare queste varie opere.»

Il vostro rapporto con il Comune di Napoli?

«Ci ha mandato diversi avvisi, ingiunzioni di pagamento. Anche avvisi di sfratto: noi negli anni abbiamo più volte presentato la domanda per ottenere il comodato d’uso dell’edificio, ma non ci è mai stato dato.»

Perché?

«Non hanno mai voluto. Ora siamo andati in causa. Ultimamente hanno stabilito che dobbiamo pagare comunque un canone di 380 euro al mese. Ma noi abbiamo ricevuto all’epoca una struttura in decadimento: abbiamo riparato il tetto, a Natale abbiamo avuto anche un incendio.»

Dunque quali sono le vostre prospettive?

«Dovrò pagare, è sicuro. Ho fatto una ‘bella’ gioventù: ho lottato per fare volontariato, per stare con loro, coi ragazzi. La mia vecchiaia forse non sarà rosea, dovrò investire qui i miei soldi: io lavoro all’ospedale San Gennaro, mi farò pure una ‘bella’ vecchiaia.»

Preoccupato?

«No. A giugno faccio 60 anni, ma ho ancora voglia di continuare, con i miei ragazzi. Solo questo mi interessa.»

Caro Comune di Napoli, ‘Restiamo umani’ per la comunità di “Crescere insieme”?

By Riccardo Bruno

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