La CIA finanzia ricerca su manipolazione climatica

TRENTON – Domenica corsa, 15 febbraio 2015, lo scienziato del clima Alan Robock ha espresso la sua preoccupazione per l’interesse dei servizi di Intelligence statunitensi verso la manipolazione climatica.

Alan Robock, scienziato del clima alla Rutgers University in New Jersey, durante il meeting annuale dell’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza a San Jose, in California, ha sollevato una profonda preoccupazione circa l’interesse mostrato dalla CIA nella geoingegneria che, da tempo, cerca di combattere il cambiamento climatico terrestre riducendo il calore del sole mediante l’eliminazione di anidride carbonica dall’atmosfera o tramite l’aumento della riflettività della terra, con le nuvole o anche polvere spaziale.

Il cofinanziamento della CIA sul nuovo report della National Academy of Sciences, sui diversi approcci per la lotta al cambiamento climatico, correlato dell’immotivato interesse dell’Intelligence nel progetto, ha allarmato il Professore Robock, il quale, secondo quanto riportato dal giornale britannico The Telegraph, ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata tre anni fa da due collaboratori dell’agenzia di spionaggio americana, i quali chiesero: “Se qualcuno stesse controllando il clima del mondo, noi lo sapremmo?”. La risposta dello scienziato però rivelò l’improbabilità di tenere nascosta una quantità di materiale nell’atmosfera tale da riflettere il sole con la strumentazione che la espande.

Ma nell’intervista al giornale il professore ha aggiunto anche una sua sensazione riguardo quella domanda: “Di sicuro essi stavano anche chiedendo: se controllassimo il clima di qualcuno, se ne accorgerebbero?” confidando dunque di aver avuto paura: “Ero spaventato. Ho appreso tante altre cose fatte dalla CIA che non seguono le regole, questo non era il modo in cui volevo che i soldi delle mie tasse fossero spesi.”.

Fare del clima un’arma non è una novità, come dimostrano i tentativi di riprodurre nuvole artificiali portati avanti nella stazione militare sperimentale di Orford Ness, nel Suffolk, finalizzati a confondere gli aerei tedeschi durante la prima guerra mondiale, oppure l’artificiale aumento di precipitazioni di circa il 30% su alcune zone del Vietnam, che nel biennio 1967-1968 favorì gli Stati Uniti grazie alla riduzione del movimento dei soldati e delle risorse nel Vietnam del Sud.
Legittima dunque la preoccupazione di Robock su chi controllerà le tecnologie per la manipolazione climatica: “Credo che questa ricerca debba essere aperta e internazionale, così che non ci possano essere questioni sull’utilizzo di questa per scopi ostili.”

By Miriam Lanzetta

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