Istat: “Noi Italia” in deprivazioni

ROMA – Pubblicato dall’ISTAT, Istituto di Statistica italiano, il rapporto “Noi Italia”, che illustra il resoconto dei dati statistici relativi all’anno 2013. Premesso che i dati si basano sull’indicatore di deprivazione, ovvero si attivano in presenza di almeno tre sintomi su nove stabiliti (Dopo i quattro sintomi si definisce come “Seria deprivazione” – ndr), come a esempio l’impossibilità per una famiglia di sostenere spese impreviste o accumulare debiti su rate di mutuo, affitti e bollette non pagate, il rapporto “Noi Italia” denuncia che “Il 23,4% delle famiglie italiane vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui; e che circa la metà, il 12,4% dei nuclei familiari italiani, si trova in grave difficoltà, presentando 4 o più sintomi di disagio”. In particolare, il 2,6% non può permettersi l’acquisto di un elettrodomestico come una lavatrice e un televisore a colori oppure un telefono o un’automobile; mentre il 50,4% non possono permettersi una settimana di vacanza. Il 19% afferma di non riuscire a riscaldare l’abitazione e il 14,5% rinuncia sul cibo, non potendo permettersi un pasto adeguato. Infine, il 12% ha un debito arretrato e il 40,5% non riesce ad affrontare una spesa imprevista del valore di 800 euro.

Coma già evidenziato nei rapporti precedenti dell’ISTAT, l’Italia meridionale e insulare risultano fortemente svantaggiati con valori più che doppi rispetto alla media nazionale: “Nel Mezzogiorno le famiglie in disagio sono il 40,8% di quelle residenti, contro il 15,4% del Nord-ovest, il 13,1% del Nord-est e il 17,3% del Centro. Le situazioni più gravi si registrano in Sicilia con il 50,2%; in Puglia con il 43%; e in Calabria e Campania con il 38,8%.

Per quanto riguarda il lavoro invece, sono due milioni e mezzo i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, praticamente un giovane su quattro, solo la Grecia ha una statistica peggiore. In totale lavorano meno di 6 italiani su 10, solo Grecia, Croazia e Spagna peggio di noi.
La pressione fiscale? In Italia il 43,3%. I servizi? In proporzione, zero. Ecco Noi Italia.

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