Informazione. Report dal convegno sulla comunicazione politica

NAPOLI – Giovani, studenti, studiosi e curiosi saranno protagonisti del ciclo di seminari “Bit-generation” che si è aperto venerdì 7 aprile con il convegno “Come cambia la comunicazione politica: da Trump agli scenari europei”, proposto da “Think Tank – Trinità dei Monti”, in collaborazione con l’Assessorato ai Giovani del Comune di Napoli, il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II e l’Osservatorio Giovani. L’incontro, allestito nell’Aula Magna del dipartimento, è nato per creare un’occasione di confronto e riflessione sull’importanza della comunicazione nel panorama politico globale.
“A poche ore dal bombardamento in Siria da parte degli Stati Uniti, la politica internazionale e le strategie comunicative che la gestiscono richiama a sé una grande attenzione”, è con questa premessa che il Prof. Raffaele Savonardo, docente di Teorie e tecniche della comunicazione, ha introdotto il convegno. Sono seguiti i saluti istituzionali di Enrica Amaturo, Direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali della Federico II.
Durante il suo intervento, Pierluigi Testa, Presidente del “Think Thank Trinità dei Monti” di Roma, ha spiegato come il sistema mediatico, lo scorso anno, sia stato protagonista di tre grandi eventi: la “Brexit”, le elezioni presidenziali americane e il referendum costituzionale italiano. In queste occasioni la stampa internazionale ha giocato un ruolo preponderante, offrendo spesso una verità che, sebbene di superficie, è stata in grado di influenzare fortemente l’opinione pubblica. Lo stesso concetto è stato ribadito da Claudia Curci, Consigliere del Think Thank.

Prima che Trump vincesse le elezioni, l’analista politico internazionale Andrew Spannaus ha scritto il libro “Perché vince Trump”. L’autore, ospite del convegno, ha spiegato che la sua intuizione si è formata mediante l’osservazione della strategia portata avanti da Trump in campagna elettorale: l’attuale presidente statunitense si è avvalso del dissenso degli esclusi dalla ripresa economica del governo precedente. Ha offerto, allo stesso tempo, l’immagine di sé come di un outsider, in quanto criticato dalle testate e dallo stesso mondo politico americano. Spannaus ha inoltre lanciato uno spunto di riflessione sull’attuale dissenso mediatico nei confronti di Trump, che si limita a criticare superficialmente i suoi provvedimenti, ma non li approfondisce in veri dibattiti. Il recente bombardamento in Siria, secondo Spannaus, mette a nudo l’imprevedibilità della politica del presidente americano, poiché, afferma: “gli scenari tradiscono l’immagine di outsider di Trump”.

Ha preso poi parola il Prof. Mauro Calise, docente di Scienza Politica, che ha messo in risalto l’enorme cambiamento che ha investito la comunicazione: “viviamo in un’epoca in cui abbiamo l’impressione di sapere tutto, in realtà sappiamo sempre meno”. La causa di questo paradosso va ricercata, secondo il professore, nell’accesso smodato ai social media.

E’ intervenuto anche l’analista geopolitico Paolo Balmas, che ha tracciato un’analisi della risonanza mediatica del terrorismo in Europa. Su questa tematica si è pronunciato così il Prof. Calise: “Il terrorismo fa molta notizia: ci siamo spostati dalla società della vita alla società della percezione”, poiché i media sono i principali responsabili della divaricazione tra realtà e percezione delle masse.

Il convegno si è concluso con il ringraziamento di Alessandra Clemente, Assessore ai Giovani del Comune di Napoli, che ha affermato l’importanza per i giovani della città di dibattere su temi internazionali per raggiungere un alto livello di consapevolezza.

Noemi Orabona

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