I 150 anni della Comunità Ebraica di Napoli

Napoli – La Comunità Ebraica di Napoli, con l’adesione del Presidente della Repubblica, il patrocinio della Regione Campania, dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane e della Fondazione Beni Culturali Ebraici, ha inaugurato il 14 gennaio scorso una mostra per commemorare i 150 anni di una delle più antiche comunità insediatesi nel territorio partenopeo. La mostra, ospitata nella Sala Filangieri dell’Archivio di Stato di Napoli, oltre a essere una testimonianza delle figure più eminenti che hanno caratterizzato la storia della comunità ebraica più meridionale della Penisola, rappresenta un modo per rivivere e comprendere in una chiave del tutto innovativa il Giorno della Memoria.

Una delle sezioni più interessanti è proprio quella dedicata alla segregazione razziale e alle conseguenti leggi che obbligarono intere famiglie ad allontanarsi dalla città di Napoli. Commovente e ricca di significato è la storia della famiglia Procaccia, raccontata durante la suggestiva visita, fuggita alla volta di Lucca e da lì deportata nel campo di sterminio di Auschwitz.

Attraverso fotografie e documenti ufficiali sarà possibile ricostruire la storia e la cultura di una Comunità ‘nascosta’ nell’ombra, ricca invece di un passato di inestimabile valore. E’ narrata anche la storia della famiglia Rothschild, che contribuì a creare la prima Sinagoga di Napoli; e le lettere tra i ricchissimi fratelli e il Re delle due Sicilie per siglare l’accordo di un prestito affinché la famiglia potesse disporre di una somma ingente per poter procedere ai lavori.

L’allestimento, aperto al pubblico dal Lunedì al Giovedì dalle ore 09:30 alle 11:30 al Chiostro del Platano, resterà aperta fino al 28 febbraio. Un evento irripetibile, attraverso il quale scoprire e apprezzare l’immensa ricchezza di una Comunità antichissima, della quale si hanno notizie già dal 1° secolo d.C.; e un patrimonio culturale di inestimabile valore storico, testimonianza di un pezzo di storia che non deve essere dimenticato.

By Federica Mandara

Leave a comment