Gentiloni: “Rischio infiltrazione terroristi da immigrazione”

LONDRA – Oggi il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, si riunirà a Londra insieme ad altri 21 ministri degli Esteri per il vertice della coalizione anti Stato Islamico. Proprio questa mattina il responsabile della Farnesina è volato nella capitale britannica per partecipare ad una conferenza ‘ristretta’, con l’intenzione di affrontare vari temi: il fenomeno dei “foreign fighters”, il contrasto ai sistemi di finanziamento dell’IS, gli aiuti umanitari per le popolazioni più a rischio e gli interventi militari nel conflitto contro lo Stato islamico. Una battaglia per niente facile secondo il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, secondo il quale per sconfiggere il nemico comune serviranno addirittura anni: “Non sarà fatto in tre o sei mesi, ci vorrà un anno, due anni, per spingere lo Stato Islamico fuori dall’Iraq, ma stiamo facendo le cose che bisogna fare per cambiare la corrente”.

Per quanto riguarda l’Italia, ciò che preoccupa particolarmente il ministro Gentiloni è l’infiltrazione di terroristi attraverso l’immigrazione: “Ci sono rischi di infiltrazione, anche notevoli, di terroristi dall’immigrazione. Per fortuna i nostri apparati di sicurezza sono allertati e funzionano, ma questo non ci consente di abbassare minimamente il grado di preoccupazione. Ma nessun Paese democratico può avallare alcuna confusione fra fenomeni migratori e terroristici e diffondere l’idea che dietro i barconi di disperati che approdano sulle nostre coste si annidi il terrorista col kalashnikov. Sarebbe un errore culturale, oltreché improbabile, dal punto di vista tecnico”. Queste sono state le parole del Ministro, con evidente riferimento al 30enne albanese arrestato all’aereoporto di Catania con documenti falsi e una pen-drive contenente foto in cui imbraccia, insieme ad un’altra persona, dei fucili kalashnikov; e al kosovaro 22enne residente nel cremonese, che aveva esultato pochi giorni fa sui social network per la strage di Charlie Hebdo, dichiarandosi completamente pronto ad atti estremi per difendere l’onore del Profeta, intenzionato dunque a partire per la Siria per unirsi all’ISIS.

Infine, l’impegno della colazione internazionale anti Stato Islamico, secondo Gentiloni, dovrebbe coinvolgere anche i Paesi a maggioranza islamica, soprattutto dopo la strage di Charlie Hebdo. Insomma una riunione quella di oggi dove si spera si potrà contare a breve anche sulla coordinazione con i Paesi arabi moderati.

Iulia Nicoleta Dana

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