Femminicidio. Corso di difesa gratuito a Caserta

CASERTA – Sabato 29 aprile la Kung Fu Academy ha avviato il 2° Corso di Difesa Personale Femminile gratuito, promosso dal Comune di Caserta: “Città Sicura, Città a misura di Donna”, su progetto del Dott. Sifu Salvatore Mezzone e del Dott. Ferdinando Piscitelli, al fine di analizzare, praticamente e teoricamente, la possibilità di mostrare un percorso che permetta a ogni singola donna di scoprire come utilizzare il proprio corpo nella difesa personale, non solo in situazioni di pericolo fisico, ma anche per avere un approccio più grintoso ed emotivamente equilibrato verso le difficoltà che la vita quotidianamente presenta.

Le statistiche parlano chiaro, solo nell’ultimo anno 116 donne sono state uccise per mano di mariti, compagni o altri familiari, dato in calo rispetto al 2015, con 128 casi di omicidio: lo studio dell’EURES, Istituto di Ricerche Economiche e Sociali che da anni dedica al fenomeno un osservatorio, racconta di uno vero e proprio ‘eccidio rosa’, senza contare i già allarmanti 76 casi del 2017, divisi tra atti persecutori, episodi di percosse e preoccupanti violenze sessuali.

Il corso gratuito pertanto, operativo per 4 sabati divisi in 8 ore di pratica, svolte dal direttore della scuola Salvatore Mezzone, affiancate da altre 4 ore di teoria e seminari tecnici condotti dallo psico-terapeuta Dott. Piscitelli, affronta la tematica del femminicidio e della violenza sulle donne, collaborando al fine di dare un’idea su come poter lavorare su se stessi oltre che su come potersi difendere fisicamente ed emotivamente da qualsiasi tipo di aggressione.

Al fine di “reagire concretamente ai dati spaventosi che aumentano giorno dopo giorno”, il Dott. Ferdinando Piscitelli ha analizzato schematicamente gli aspetti emotivi e psichici delle aggressioni riscontrate fino ad oggi:

«Se si studiano scrupolosamente, si può notare oggettivamente come questi siano i primi fattori che si alterano in caso di aggressione o di qualsivoglia difficoltà; d’altronde, l’aspetto fisico è in percentuale quello meno rilevante nel caso della difesa o crescita: curare il proprio corpo ha i suoi benefici sia in termini di salute che di autostima, ma il reale processo è mentale. Lo scopo del corso, il quale ha rappresentato l’unica delibera proposta dal sottoscritto circa 4 anni fa in occasione della ricorrenza della “Giornata sulla Violenza sulle Donne” (All’epoca era consigliere comunale a Caserta – ndr) e accettata all’unanimità dal consiglio comunale, è quello di mettere le donne in condizione di subire quanto meno possibile questa violenza nei più svariati ambiti: la presa di coscienza di se stessi infatti, fa in modo che la donna interiorizzi questa forza al punto tale da sentirsi in grado di esprimersi sempre al massimo e non permetta a elementi esterni come ansia, paura o situazioni sociali di disagio, di tendere a sopraffare la reale natura psico-fisica.».

Dello stesso avviso l’altro promotore dell’evento, il Sifu (Termine cinese per indicare Maestro – ndr) Salvatore Mezzone, il quale ha individuato nella figura femminile “il semplice problema fisiologico della debolezza rispetto all’uomo”:

«La prerogativa fisica è immedesimata per antonomasia nell’uomo, il quale approfitta di situazioni a lui familiari per commettere violenze: la donna si sente psicologicamente e sentimentalmente legata al suo carnefice e il discorso che ne consegue non riguarda più la difesa fisica, ma la protezione mentale, in quanto è quella che permette, dopo una violazione fisica stessa, di denunciare, e non arrivare invece a permettere questa sudditanza psicologica o sopportare fino alla morte. Si tratta di prenderne coscienza e imporre la volontà di cambiare la situazione negativa in cui una donna può ritrovarsi: la maggior parte di quelle che hanno frequentato il corso sono le stesse che, se poste in condizioni fisiche di disagio, si sentono in difficoltà e non sanno tecnicamente cosa fare per reagire; quello che metto in atto io pertanto è un percorso molto minuzioso: lavorare sulla mente, sul proprio sé, attraverso il corpo, per razionalizzare le decisioni da prendere e permettere di sviluppare resilienza lì dove la fragilità potrebbe prendere il sopravvento. La mia missione è quella di trasmettere una passione che insegni alle persone a essere più radicate con la realtà e dimostrare che il Kung Fu non significa violenza, ma anzi duro lavoro, impiego dell’energia nel tempo per ottenere dei risultati: la sua caratteristica principale, che gli permette di differenziarsi da qualsiasi altro sport di difesa, è quella di mettere in condizione anche i più deboli di controbattere e di reagire a qualsiasi trauma si viene sottoposti; l’arte del Kung Fu cinese è specializzata ad addestrare la mente a fare focus in una distanza che non è “striker” (Distanza tipica del Kick-boxing – ndr), ma “da strada” (Attimo prima dell’impatto – ndr): si viene sensibilizzati così a muoversi in relazione alla gestualità dell’avversario e a replicare senza subire. Tuttavia è necessario puntualizzare che per imparare davvero a difendersi servono anni e tanto addestramento, ma è fondamentale far scattare mentalmente quella reattività differente che permette di replicare; l’idea di poter far male viene data dall’arte marziale nel momento in cui viene acquisita una padronanza assoluta del corpo: una convinzione non totale, al contrario, porta al fallimento dell’apprendimento. Difendersi è un diritto, imparare a farlo è similmente un dovere se, a maggior ragione, la libertà personale viene messa in pericolo da chi diritti e doveri non ne ha.»

By Michele Calamaio

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