Disturbi alimentari. Napoli si tinge di lilla con un flash mob

NAPOLI – Venerdì 15 marzo davanti Palazzo San Giacomo, si è svolta la manifestazione organizzata dall’Assessore Alessandra Clemente per la Giornata Nazionale del Fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare; giornata riconosciuta istituzionalmente dalla Presidenza del Consiglio il 19 giugno 2018.
La giornata è nata in memoria di Giulia, ragazza diciassettenne scomparsa proprio il 15 marzo del 2011 a causa delle conseguenze di un disturbo del comportamento alimentare (DCA) di cui soffriva da tempo.
In tale giornata, dal 2018, le Amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con tutti gli Enti e gli organismi interessati, promuovono l’attenzione e l’informazione sul tema dei DCA.

Alle ore 11:30, presso la Sala Pignatiello di Palazzo San Giacomo, si è tenuto l’incontro con alcuni giovani che hanno sofferto e soffrono tuttora di anoressia, bulimia e binge eating disorder (Alimentazione incontrollata); a questo ha fatto seguito il flash mob Napoli lilla, ideato e promosso, insieme all’Assessorato ai giovani, dalle ragazze e i ragazzi del servizio civile del Comune di Napoli; dalle ragazze e i ragazzi del centro DCA di Soccavo; dal dott. Gaetano D’Arienzo, che è il responsabile del centro DCA di Soccavo; dall dott. Vincenzo Guarracino; Fabiana Seta; Paola Castaldi di Capatoast; e Angela Russo, autrice di un blog sul tema, in cui condivide la sua esperienza infondendo a tante coetanee e coetanei il coraggio di affrontare i disturbi alimentari. Proprio dall’incontro tra Angela e l’Assessore Clemente infatti è nata l’inziativa.

I disturbi alimentari più noti sono l’anoressia e la bulimia. Spesso purtroppo, come tutti i disturbi, sono solo sintomi o conseguenze di un malessere psicologico profondo. Studi psicologici evidenziano una correlazione tra i DCA e il rapporto con la figura materna, con il femminile a cui si è abituati a rapportarsi. L’obiettivo delle condotte alimentari distorte è la negazione e la cancellazione di sé, di un sé vissuto chiaramente come indegno e immeritevole d’amore. Un sè che non merita di esistere.

Al riguardo abbiamo ascoltato la testimonianza di Angela Russo: «Sono una ragazza che nel DCA ci ha vissuto per la maggior parte della vita. Mi sono ammalata di Binge Bulimia e Anoressia e in più ero autolesionista. Mi sono ammalata a sei anni, in seguito ad abusi subiti a quell’età e fino ai nove anni. Non ho mai denunciato per paura, vergogna, così ho covato il mio male. Volevo morire, uccidere le forme. Così a 21 anni arrivai a pesare solo 19 kg, avevo i parametri vitali non compatibili con la vita. Nel 2016 mi sono ricoverata in un centro a Varese, e da lì è partita la guarigione. Per guarire mi sono creata uno scopo: aiutare chi soffre di DCA. Chi si ammala di solito insegue la perfezione, io mi sono ammalata per morire, e vedendo i siti ‘pro anoressia e bulimia’ mi sembrava orrendo incitare al suicidio, così ho cominciato a combattere questi siti.»

Serena Costantino
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