Approvate in Austria ‘riforme’ contro Islam

VIENNA – E’ stata approvata nel pomeriggio dal Parlamento austriaco la Legge che rivede i Diritti delle minoranze islamiche nella Nazione. Il disegno di Legge, progettato per contrastare il fondamentalismo islamico bloccando i finanziamenti stranieri per la costruzione di nuove moschee, si è rivelato sin da subito una manovra politica controversa, in quanto l’Austria si è sempre dichiarata un Paese aperto alle etnie e all’Islam, e la centenaria storia di integrazione culturale ne è la prova lampante.

L’approvazione delle riforme alla Legge sull’Islam del 1912, assicura il ministro dell’Integrazione estera Sebastian Kurz, non è stata varata in risposta agli atti terroristici avvenuti in Francia. Ma la tempistica crea più di un dubbio. Intanto la Normativa ha suscitato preoccupazioni e scalpore nella Comunità islamica austriaca, che costituisce circa il 6% dell’intera popolazione nazionale e che considerava il precedente Ordinamento legislativo una pietra miliare nella storia del progetto di fusione culturale islamica in occidente. La Legge concedeva infatti libertà ad ampio raggio per tutta la Comunità: insegnamento della religione musulmana nelle scuole pubbliche, un sistema liberale di amministrazione degli affari pubblici, Normative sulle pratiche di culto e altro ancora.

I gruppi islamici ora sono pronti a dare battaglia al governo austriaco, annunciando un ricorso al Tribunale costituzionale in nome della libertà di culto e di espressione. Ma il Ministro Sebastian Kurz ha replicato che il progetto è mirato alla riduzione dell’influenza politica e di controllo da parte di potenze estere (Imprecisate – ndr) senza negare però alle Comunità islamiche la possibilità di svilupparsi liberamente all’interno della società, ma in linea con i valori comuni europei e rispettando in pieno le normative vigenti.

L’approvazione della Legge austriaca, che riporta indietro di 100 anni la battaglia per l’integrazione dei musulmani europei, è oggi il simbolo di una ancor più profonda rottura tra le due culture.

By Federica Mandara

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