Animali. Anche a Napoli la petizione LAV contro il loro uso nei circhi

NAPOLI – Sabato 3 e domenica 4 dicembre, dalle ore 10:00 alle ore 20.00 nelle principali città italiane, a Napoli in Via Luca Giordano, si è tenuta una raccolta firme organizzata dalla LAV per la campagna #Unbelpassoavanti, una petizione che mira a porre fine all’utilizzo degli animali in tutti i circhi italiani e che vuole sia garantito il loro ricollocamento in strutture autorizzate con finalità di centri di recupero.

La manifestazione, volta a sensibilizzare le persone, è legata al disegno di legge 2287-bis “disciplina del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo”, già in discussione in Senato; tale legge prevede di rivedere la disciplina degli spettacoli dal vivo dei circhi e introdurre una graduale dismissione dell’uso degli animali. La campagna è stata presentata in anteprima a Roma, il 24 novembre in Piazza Montecitorio, e ha ricevuto l’adesione del Presidente del Senato Pietro Grasso e di vari esponenti di diverse forze politiche del Paese.

Il “bel passo avanti” è far sì che l’Italia si adegui ai molti altri Stati che hanno già vietato o posto serie limitazioni all’utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli. Nel 2010 la LAV ha infatti stimato che sono circa 2.000 gli animali detenuti in 100 circhi.

Al riguardo abbiamo incontrato presso la sede di Napoli, sita in Via Toledo, il Sig. Vincenzo Esposito, responsabile della LAV Napoli, per rivolgergli le nostre domande:

Una raccolta firme a sostegno del DDL?

«Noi saremo in tutte le piazze delle città italiane dove ha sede la LAV per sostenere questa proposta, chi non potesse passare e firmare la petizione potrà farlo direttamente nella nostra sede. La proposta è importantissima, perché per la prima volta, da cinquant’anni a questa parte, un governo propone una riforma nel settore circense. Un’opportunità realmente concreta per porre fine al circo con animali.»

Dove andrebbero collocati poi gli animali?

«In Italia le strutture sono carenti e il governo italiano non investe in centri di recupero. Quindi noi crediamo che gli animali debbano essere spostati anche all’estero. Dopodiché la LAV, grazie ai fondi raccolti dai donatori durante una delle ultime campagne, ha acquistato un terreno di 23 ettari adiacente al centro di recupero di Semproniano, in Toscana, e progetta di realizzare un centro per animali esotici.»

Chi sostiene la vostra campagna?

«Abbiamo ricevuto appoggio da alcuni politici, ma anche da intellettuali; molti veterinari e psicologi ad esempio sostengono che l’utilizzo degli animali nei circhi non abbia alcuna valenza né dal punto di vista educativo né da quello sociale. La Federazione Europea dei Veterinari ha preso una posizione forte in merito, affermando che gli animali nati in cattività all’interno dei circhi presentano lo stesso patrimonio genetico dei loro simili in natura. Dunque hanno accertato che i bisogni naturali degli animali non possono essere soddisfatti all’interno dei circhi. Circa 650 psicologi hanno sottoscritto un documento nel quale si attesta che frequentare circhi con animali è fortemente diseducativo per i bambini, poiché si insegna loro a ridere delle sofferenze altrui. I dati Eurispes del 2016 inoltre mostrano che il 71% degli italiani è favorevole al divieto di utilizzo degli animali nei circhi; un dato cresciuto nell’ultimo anno del 3,1%»

Con le eventuali modifiche alla Legge lo spettacolo ne risentirebbe?

«Al contrario, riteniamo che possa essere anche più bello; posso citare Le cirque du soleil, che riscuote un grosso successo mostrando la vera arte circense. Piuttosto che sfruttare gli animali si dovrebbe investire nelle persone.»

Perché tanta resistenza allora?

«Posso dire, rispetto alla mia esperienza, che i circensi sono preoccupati per quanto riguarda l’aspetto economico; temono di perdere i guadagni. Noi della LAV ribadiamo ancora una volta che bisogna scommettere sulla bravura e l’impegno delle persone e lasciar stare gli animali che vengono maltrattati per gli addestramenti ai quali sono sottoposti, e per il tipo di spettacolo che devono eseguire; sia e soprattutto per come vengono detenuti, spostati da un posto all’altro di continuo e costretti a vivere in zone a loro estranee.»

Ci sono stati anche casi riconosciuti di maltrattamento?

«Certo, posso citare il caso del circo “Victor”: un’indagine portò a un sequestro degli animali per detenzione incompatibile. Noi riteniamo che ci sia sempre, a prescindere, una violazione nei confronti degli animali dal punto di vista etologico, ma in alcuni casi, superati alcuni limiti, si può incorrere in una violazione di carattere penale.»

Dario Quattromani

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