Amianto, assassino che ancora terrorizza le carceri italiane

ROMA – Sono ancora troppi i penitenziari italiani imbottiti di amianto. A rivelarlo è una mappatura resa pubblica dall’agenzia di stampa Adnkronos: il pericoloso insieme di minerali, la cui produzione e lavorazione è stata resa fuorilegge in Italia dal 1992, è presente tuttora in ben 28 carceri. L’asbesto, comunemente chiamato amianto, contiene alcune polveri che, se respirate, possono provocare una grave malattia ai polmoni che ha preso il nome di asbestosi, oltre a tumori della pleura e carcinomi polmonari.
La Legge degli anni ’90, la n. 257, che ha vietato l’utilizzo di tale materiale, ha fatto sì che ci si preoccupasse anche di coloro che con gli anni si sono ammalati professionalmente, attraverso il riconoscimento di alcuni benefici previdenziali. Tuttavia, 23 anni dopo il Provvedimento legislativo, DETENUTI E POLIZIOTTI CORRONO ANCORA IL RISCHIO DI AMMALARSI.

La questione è stata anche oggetto di un’interrogazione parlamentare lo scorso 11 febbraio, a opera di Alessio Villarosa, Deputato del Movimento 5 Stelle, ma la sensazione è che ancora non sia stata posta la giusta attenzione sull’argomento, nonostante il Ministero abbia risposto che “tali situazioni riguardano manufatti esterni alle strutture detentive e comunque in corso di rimozione”. Così come il Segretario generale del Si.P.Pe, Sindacato Polizia Penitenziaria, Alessandro De Pasquale, dopo aver scritto a vari organi della piramide di comando dell’Amministrazione penitenziaria, ha confermato invece che “C’è sempre questo tentativo di minimizzare il problema da parte delle Istituzioni competenti. Si legge ‘piccolo quantitativo, non pericoloso per i lavoratori’, ma è risaputo che l’amianto sia un pericolo per la salute pubblica. La situazione è veramente drammatica. Le problematiche ci vengono quotidianamente segnalate, ma c’è poca informazione sulla pericolosità dell’eternit e delle fonti di amianto”.

La percentuale legata alla presenza di absesto nelle carceri sul territorio italiano è del 14%, “un dato che può sembrare irrisorio, ma che invece è spaventoso”, ha commentato il Deputato pentastellato Alessio Villarosa. Un caso che balza all’occhio è sicuramente quello del complesso penitenziario di Catania Bicocca dove, secondo il prospetto del Ministero, SONO PRESENTI PANNELLI IN ETERNIT PRESSO L’IMPIANTO DI DEPURAZIONE E NELLA CANNA FUMARIA DELLA CENTRALE TERMICA. Nella stessa sede c’è anche un Istituto per i minori, pertanto anche molti bambini stanno correndo un grosso rischio di ammalarsi.

Emblematica poi la conclusione del Segretario De Pasquale, secondo il quale “bisognerebbe ricordarsi che all’interno di una struttura penitenziaria ci sono i detenuti che devono scontare una pena, ma non è che devono scontare anche una pena di morte”. E senza dimenticare che IL KILLER SILENZIOSO POTREBBE uccidere ANCHE CHI DENTRO LE CARCERI VI SVOLGE SOLTANTO IL PROPRIO LAVORO.

By Pietro Colacicco

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