Ambiente. A Napoli l’appello dei cittadini: “Giù le mani dagli alberi”

NAPOLI – Lunedì 4 dicembre alle ore 19:00, in via Duomo, ha avuto luogo il Sit-in “Giù le mani dagli alberi”, organizzato da cittadini residenti in zona e attivisti dell’associazione “Green Italia”, per gettare luce sul lavoro di potatura selvaggia realizzato in diverse zone di Napoli e per sensibilizzare la cittadinanza sul tema del verde urbano.

Una protesta green e pacifica si è tenuta dinanzi le porte del Duomo di Napoli, in prossimità degli alberi potati, un’occasione per discutere del verde urbano e opporsi a quella che, a detta dei presenti, è “un atto gestito con superficialità e ignoranza”. La potatura, di competenza delle Municipalità, riguarda una serie di interventi atti a modificare il modo naturale in cui la pianta vegeta e fruttifica, per accelerarne la crescita e lo sviluppo; l’intervento è necessario in caso di problemi o di ramificazioni troppo estese.

Gli attivisti, nello specifico, hanno lamentato una potatura selvaggia, con rami di alberi piccoli che sono stati spezzati e non tagliati. L’albero, hanno spiegato i presenti, rende vivibile la città e porta bellezza, armonia al territorio, ma soprattutto è un presidio sanitario che dà vita; infatti occorrerebbe avere in media tre alberi per ogni persona poiché ognuno di questi offre 4 chili e mezzo di ossigeno, mentre il consumo giornaliero dell’uomo è pari a circa 12 chili.

La presenza delle piante però è percepita da molti cittadini come un fastidio; ad esempio, i presenti hanno riferito che i commercianti temono che gli alberi possano invadere la vetrina e limitare quindi l’attività commerciale dei negozi; intanto lo scenario presente sulla strada di via Duomo è desolante, con gli alberi danneggiati e i cui rami sono stati spezzati, e nelle immediate vicinanze cassonetti della spazzatura stracolmi di materiale vario, segno di una raccolta differenziata quanto meno mal compresa.

Secondo gli attivisti “c’è bisogno di maggior cultura civica e un’educazione ambientale per combattere l’ignoranza dei tanti, ma occorre anche che chi di dovere ascolti l’esigenza di tanti cittadini che vogliono benessere e quindi spazi verdi e alberi potati, ma soprattutto curati”.

Per questa ragione i presenti hanno organizzato il Sit-in, per chiedere lo stop degli interventi sul verde pubblico fino all’approvazione di un regolamento del verde cittadino, il “Manifesto per il verde urbano” redatto da diverse associazioni ambientaliste che agiscono sul territorio.

L’iniziativa si è conclusa con l’accensione di una candela da parte di tutti gli intervenuti, simbolo dell’attenzione e della voglia di vegliare su ogni albero mal curato.

Al termine dell’iniziativa abbiamo avvicinato Carmine Maturo, portavoce di Green Italia nazionale, e gli abbiamo rivolto le nostre domande.

Com’è avvenuta la potatura degli alberi?

«I nostri attivisti su via Duomo hanno osservato il modo in cui è stata attivata la potatura, senza metodi di sicurezza, né per i residenti né per gli operai della IV municipalità che hanno fatto l’intervento. Gli alberi in questione sono piccoli, non superano i tre metri e mezzo. Ci auguriamo che gli interventi successivi vengano realizzati in modo diverso, chiaramente questa è una cultura generalizzata, quindi non riguarda soltanto la Municipalità indicata.»

Che cos’è il “Manifesto per il verde urbano”?

«Si tratta di un documento a cui abbiamo lavorato per un anno insieme a“Legambiente”, “WWF” e altre associazioni, che andrà consegnato all’Amministrazione per attuare delle politiche del verde adeguate a una città come Napoli. Il documento, che sarà presentato al Centro Bio Edile in vico S.Pietro a Majella 6, tiene conto di tutte le voci di tecnici, attivisti, cittadini e residenti; non è possibile prendersi cura del verde senza la partecipazione attiva dei cittadini. Nel documento c’è una cosa essenziale, un regolamento: come si pota e come si cura un albero. Ci siamo ispirati ad altre città come Roma e Milano: il loro regolamento prevede un massimo del 30% di potatura della chioma, poiché è quest’ultima che fornisce ossigeno ed è su questa che si depositano le polveri sottili. Per noi questa percentuale è accettabile ed è una delle misure da inserire all’interno del nostro regolamento. Altra cosa fondamentale riguarda il piano del verde urbano: scegliere cioè i tipi di pianta, il luogo in cui vanno poste e come curarle per tutelare il verde e renderlo anche migliore.»

In questo caso, cos’è andato storto?

«Prima di effettuare un intervento l’Amministrazione consulta i propri tecnici, molti dei quali lavorano nel Comune da tanti anni e hanno un approccio culturale diverso dal nostro, forse antiquato rispetto alla scienza attuale. Occorre una supervisione sui lavori, ma devo dire che il dialogo con l’Amministrazione non è mai mancato. Ci auspichiamo che la volontà sia di pianificare e intendere il verde urbano così come lo intendiamo noi ambientalisti.»

Dario Quattromani

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