Al San Giovanni Bosco mandano indietro i feriti, e intanto arrivano nuovi tagli alla Sanità

NAPOLI – Presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco i pochi medici di turno indirizzano i feriti verso altri pronto soccorso, per mancanza di strumentazione necessaria alle cure e a causa di condizioni igieniche inadatte. I sindacati affermano che è colpa dei tagli alla spesa sanitaria. Intanto il Senato della Repubblica in questi giorni ha approvato, attraverso lo strumento del voto di ‘fiducia’, una riorganizzazione proprio in materia di Sanità: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin sostiene si faccia una gran confusione parlando di tagli alla Sanità. Si tratterà invece, secondo lei, di un risparmio di 10 miliardi in 5 anni, applicando il Patto di Salute.

Approda ora alla Camera, sempre sottoposto al voto di fiducia, il maxi-emendamento sul decreto Enti locali, che prevede una riorganizzazione in termini di spesa Sanitaria: un taglio netto da 2,3 miliardi. La riorganizzazione verterà su quella che viene definita “medicina difensiva” e che meglio conosciamo come “medicina preventiva”, tanto propagandata al fine di prevenire malattie e quindi costi per le cure.

Dunque successivamente ai nuovi tagli alla spesa sanitaria si andrà a innescare un circolo vizioso: il Patto di Salute prevede diversi protocolli volti a ridurre gli sprechi in termini di medicina preventiva, ossia TAC, risonanze, ecografie, fino ai ricoveri. Accadrà, per esempio, che in caso di maggiori accertamenti, i successivi saranno a carico del servizio sanitario solo qualora il primo di essi indicherà necessari ulteriori esami per arrivare alla diagnosi in maniera corretta. Lo stesso accadrà per i test genetici, rimborsati all’utente solo nel caso in cui prima venga diagnosticata una malattie ereditaria. Al medico di base verranno quindi consegnati nuovi protocolli, ai quali dovrà scrupolosamente attenersi nella prescrizione di esami e farmaci, pena la riduzione del suo stipendio. I trattamenti che prevedono una degenza in ospedale prolungata, che significa miliardi di euro in più di spesa, si tenderà a convertirli in trattamenti day-hospital. Tuttavia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin sostiene non sia corretto parlare di tagli, bensì si tratterà di risparmi. Noi invece ribadiamo che il ‘risparmio’ previsto verte sulla medicina preventiva, ciò significa paradossalmente spendere molto più denaro in caso di cure, alle quali si giungerà in mancanza di quella stessa analisi di prevenzione fondamentale per limitare la spesa sanitaria.

I sindacati sostengono che la Sanità risente già dei tagli applicati in precedenza, che in casi come quello del San Giovanni Bosco hanno portato a mancanza di personale, di strumentazione, di garze, di antitetanica. Chi ha ferite infette viene indirizzato alla farmacia per comprare la fiala di antitetanica, per poi tornare in ospedale a fare le siringhe.

“Mi spiace ma non possiamo medicarle la ferita, non abbiamo le condizioni igieniche adatte”, si sentono ripetere i pazienti. Una condizione già critica quindi che potrebbe risentire pericolosamente di ulteriori ‘risparmi’.

Camilla Esposito

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