Agricoltura. Opportunità nel Sud pontino, ma difficili da cogliere

MINTURNO – Martedi 24 gennaio, alle ore 15:30 presso il Comune di Minturno, nella sala consiliare si è tenuto il convegno sulle opportunità di sviluppo nel settore dell’agricoltura. Hanno partecipato all’evento, coordinato dall’assessore alle Politiche agricole Elisa Venturo, il Dott. Giovanni Maselli e il Dott. Giovanni Aquino, facenti parte dell’area decentrata Agricoltura di Latina, Direzione Regionale Lazio; il Dott. Michele Taddeo della Coldiretti; il Dott. Giulio Santilli della Confederazione Italiana Agricoltura e il Dott. Antonio Forte, delegato del Comune.

L’incontro si è incentrato sull’intervento dell Dott. Maselli, che ha illustrato gli sviluppi normativi e le forme di finanziamento nell’agricoltura, in base al PSR 2014-2020 per la regione Lazio. In particolar modo spiegando chi sono i soggetti e quali i criteri per partecipare a due dei bandi previsti dalla Regione.

Il primo relativo agli investimenti nelle aziende agricole, a cui possono partecipare l’agricoltore professionale, l’agricoltore attivo, i consorzi e le reti d’impresa; il secondo sugli aiuti all’avviamento aziendale per i giovani agricoltori, a cui posso partecipare i giovani fino ai 40 anni, entrambi volti a realizzare degli investimenti per l’introduzione di tecnologie innovative.

Per quanto riguarda i criteri di scelta, saranno privilegiate le attività che dimostreranno un reddito presunto di almeno 15mila euro; le attività collocate in comuni montani; i disoccupati nell’anno precedente alla presentazione della domanda, per quanto riguarda il bando rivolto ai giovani; e la scelta degli investimenti. Al riguardo, al termine dell’incontro abbiamo raccolto l’opinione del Dott. Giulio Santilli.

Quali sono le problematiche a cui vanno incontro i soggetti interessati ai bandi?

«I criteri sono troppo selettivi, perché quasi nessuna azienda che si trovi nella zona sud di Latina, quindi da Itri e Castelforte, riesce a raggiungere dimensioni cosi grandi da garantire un reddito presunto di 15mila euro. Inoltre il nostro terreno è collinoso e non irriguo rispetto a esempio a Fondi, e l’unica coltivazione possibile è quella dell’uliveto. Ma chi possiede cosi tanti ettari di terreno, soprattutto per il bando per i giovani, per poter accedere al finanziamento?»

Quale secondo lei la possibile soluzione?

«Unirsi in associazioni di scopo, perché il singolo agricoltore non riesce a rientrare nei requisiti richiesti dai bandi. Inoltre sarebbe importante fare un programma per infittire gli uliveti e creare nuovi impianti. Ma realizzarlo è difficile, perché molti terreni abbandonati hanno un costo maggiore del loro valore, a causa degli abusi edilizi perpetrati nel tempo».

Emanuela Conte

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