Affido familiare. A Prato la mostra dedicata a Giulia Civita e i suoi marinaretti

PRATO – Giovedì 16 novembre alle ore 21:00, nella Sala conferenze della Biblioteca “Lazzerini” di Prato, si è svolta la serata conclusiva della Mostra “Da scugnizzi a Marinaretti”, inaugurata il 23 ottobre 2017 nell’ambito della promozione del mese sull’Affido familiare, in collaborazione col Servizio Affido di Prato, Museo del Mare di Napoli e la Compagnia Teatrale Universitaria “Binario di scambio”.

Alla serata finale hanno presenziato Maria Antonietta Selvaggio, curatrice della mostra; Antonella Casiello, curatrice dell’Archivio carte “Civita, Labriola, Aubry”, conservato nel Museo del Mare di Napoli; e Teresa Megale, delegata del Rettore alle attività artistiche e spettacolari di Ateneo, e fondatrice di Binario di scambio. Purtoppo assente il Prof. Antonio Mussari, direttore del Museo del Mare, che ha inviato un messaggio di vicinanza e partecipazione attraverso un video.

La compagnia Binario di scambio, composta da studenti universitari e guidati dalla regia di Fabio Cocifoglia, si è cimentata in una performance teatrale sulla vita di Giulia Civita. La mostra ha ripercorso, attraverso immagini e testi provenienti dall’archivio, lo straordinario esperimento educativo attuato da Giulia Civita dall’aprile del 1913 fino al 1928, che accolse a bordo della Nave Asilo “Caracciolo” i bambini e i ragazzi che vivevano in degrado socio economico per strade di Napoli, offrendo loro un’opportunità di riscatto sociale attraverso lo studio e il lavoro: un esempio di affido “ante litteram”.

Al riguardo abbiamo rivolto una domanda alla professoressa Maria Antonietta Selvaggio, curatrice della mostra.

Ci parla dell’incontro tra il Museo del Mare e la Biblioteca “Lazzerini”?

«La collaborazione è nata con la Prof.ssa Teresa Megale l’anno scorso, quando sono stata invitata al seminario “Donne e fascismi” (Svoltosi presso il Polo Universitario di Prato da marzo ad aprile 2017 – ndr) per tenere una lezione con gli studenti della professoressa. Lì ho parlato della figura di Giulia Civita Franceschi, una donna che si è scontrata contro il regime fascista, con l’ONB (Opera Nazionale Balilla – ndr) che nel 1928 incorporò le navi Asilo, e fu chiaro al regime che il metodo adottato da Giulia Civita era finalizzato a una formazione e a un’educazione alla cittadinanza, al cittadino autonomo capace di responsabilità e senso critico, che non poteva essere compatibile col fascismo e con la sua irregimentazione della gioventù a scopo di consenso. Quindi io ho scelto di parlare di questa donna e della sua importantissima esperienza e lì è iniziato un desiderio di approfondimento da parte delle studentesse e degli studenti del seminario. Ma la collaborazione non c’è stata solo con l’Università di Prato, anche con la città: la Prof. ssa Megale infatti coinvolge costantemente il territorio, che ha visto la partecipazione al seminario anche la operatrici del Servizio Affido di Prato»

Aggiornamento.

La mostra è stata prorogata fino al 25 novembre 2017.

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